Innanzitutto: Buon anno nuovo! … che il 2021 porti delle buone notizie e dei momenti più lieti e meno terrificanti di quelli causati dalla crisi mondiale data dal Covid-19 nel 2020!
Apriamo l’anno nuovo con l’intervista al giovane artista milanese Gianluca Somaschi, amico di vecchia data (quasi una decade), e le sue opere dal linguaggio artistico espressionistico ed accattivante sviluppatosi negli anni accademici a Brera e durante la vita professionale nel cinema, nel teatro e nella televisione. Le sue tele sono uno sfondo teatrale, ricco di materia, per paesaggi urbani e volti della vita quotidiana: la realtà si trasfigura e l’energia della personalità del pittore raggiunge il pubblico senza inibizioni. Gianluca Somaschi crea un’arte intrisa di sincerità, un’arte piena di conflitti tra pace e inquietudine, un’arte estremamente contemporanea che indaga con irriverenza ironica la civiltà odierna in tutte le sue sfaccettature. Aderendo al progetto “Arte Italiana Contemporanea in Olanda”, l’artista vuole così esportare la sua visione artistica e la sua poetica al di fuori della sua cerchia di collezionisti italiani, in modo da divenire il portavoce dell’antropologia culturale milanese all’estero.
Coronavirus di merda, acrilico su carta intelaiata, 2020, 70×100 cm. No sex, acrilico e fotografia su tela, 2019, 100×70 cm. In gabbia, 2020, 70×100cm., acrilico su carta intelaiata. Ritorno al colore, acrilico su tela, 2020, 150×100 cm. Riaperture?, acrilico su tela, 2020, 100×70 cm. RIPRESA, acrilico su tela, 2020, 120×100 cm. Solitudine casalinga, acrilico su tela, 2020, 120×100 cm. Covid muori, acrilico su tela, 2020, 150×100 cm. Ritratto, acrilico su tela, 2020, 100×70 cm. Nuovo colore, acrylico su tela, 2020, 140×100 cm.
Ma passiamo finalmente al cuore dell’intervista:
Ho avuto il piacere di conoscerti ormai tanti anni fa e all’epoca creavi grandi tele informali ed astratte. Sebbene tu non abbia abbandonato definitivamente l’astratto, ora sei più direzionato verso il figurativo. Come mai, quando e perché hai deciso di invertire la rotta verso uno stile figurativo espressionistico?
Le grandi tele non hanno mai smesso di essere dentro di me. In questo ultimo periodo ho ripreso il cammino astratto su tele di grandi dimensioni 150×150 e più. La direzione che avevo preso verso il figurativo/cittadino, è stata una voglia di cambiamento dettata dal fatto che avevo delle tele di dimensioni ridotte (100×80, 50×70) che non mi avrebbero dato modo di gettare colore come avrei voluto, senza limiti, come solo riesco ad ottenere su grandi superfici. Ma continuo a fare sia astratto che figurativo secondo gli stati d’animo.
Osservando le tue opere si ha la sensazione di un percorso narrativo, sei d’accordo? Credi che unendo tutte le tue tele a tema urbano si possa creare uno story-board di una Sin City contemporanea?
In effetti si può tracciare un percorso realizzativo, nel senso che i primi lavori “cittadini” erano più macchie di colore che ricordavano vie e palazzi e dipinto dopo dipinto, le vie e i palazzi, prendevano sempre più forma e definizione quasi maniacale, alla ricerca del dettaglio e del particolare.
Da cosa trai ispirazione, sia per le opere astratte sia per quelle figurative? E come procedi durante il tuo processo creativo?
Traggo ispirazione da tutto ciò che mi circonda e nel momento in cui inizio a dipingere, vengo travolto dagli eventi. Il momento della creatività è come il momento del sesso. Passione, sudore, odore, desiderio, tutto improvvisato e goduto, senza regole, ispirato dalle pennellate veloci, dal colore, dalle colate di vernice fino al completamento, come in un orgasmo travolgente.
“Mettiti a nudo”: cosa pensi quando sei di fronte alla tela bianca?
A volte so perfettamente cosa voglio fare, a volte no. A volte la tela bianca mi sfida a chi vince. A volte mi viene tutto con gran velocità, determinazione e naturalezza. A volte mi fa schifo il risultato finale ma ne traggo vantaggio per riutilizzare quella tela pasticciata come base per un nuovo inizio. Dipingo come faccio sesso. Mi faccio travolgere e non mi fermo sino a che non sono stremato.
Cosa prevedi per il prossimo futuro? Dopo il 2020, anno così disastroso, come si pone Gianluca Somaschi, l’artista, di fronte all’arte e al circuito artistico?
Il 2020 è stato occasione di nuova creatività. Ho avuto modo di isolarmi maggiormente e pensare di più… quello che è emerso è la rabbia e la consapevolezza del colore sulla tela, a ridare armonia agli spazi. Nel 2021 porterò la mia passione in giro, per farla conoscere e per far sì che la gente sappia chi sono…
Ringrazio davvero di cuore Gianluca Somaschi per la collaborazione e per il tempo che ci ha dedicato. Per una visione delle opere qui esposte in Olanda, vi invito a leggere la pagina dedicata all’artista milanese: Gianluca Somaschi – Italian art by ELisa Manzoni (criticoarte.org)