Domanda all’artista: Giuliano Giuggioli

E’ da molti anni che seguo e studio la poetica artistica del Maestro Giuliano Giuggioli. Ricordo ancora chiaramente con quanta ammirazione osservai per la prima volta le sue tele ad una fiera d’arte visitata quando ancora ero solo una studentessa di storia dell’arte: fu una vera e propria folgorazione, un colpo di fulmine artistico. La finezza espressiva dell’arte del Maestro toscano raggiunge anche il pubblico più disattento grazie ad intelligenti e ben studiati giochi surreali e metafisici messi in scena sulla tela. E’ quindi motivo di grande orgoglio potere avere l’occasione di rappresentarlo in Olanda con il progetto Arte Italiana Contemporanea in Olanda.

Nativo di Vetulonia ed oggi residente a Follonica, in provincia di Grosseto in Toscana, sino dall’infanzia il Maestro Giuliano Giuggioli ha mostrato il suo talento artistico e, grazie ad una formazione varia, la sua produzione spazia dai grandi dipinti ad olio alle sanguigne, dalle tecniche su carta e legno agli affreschi e ai murales, passando per ceramiche, acqueforti, serigrafie, litografie e sculture. Dal suo debutto nel 1972, il Maestro Giuliano Giuggioli è presente ed attivo sulla scena artistica italiana ed internazionale e le sue opere sono in numerose collezioni pubbliche e private in Italia, in America, in Cina, in Svizzera ed in Portogallo; inoltre le sue tele sono esposte permanentemente presso la galleria che tiene da molti anni a Follonica, nella Galerie Zabbeni di Vevey in Svizzera, nella Dennis Rae Fine Art di San Francisco, e dal 2020 presso la Manzoni Kunst Galerie di Oosterwolde in Olanda.

Ma passiamo ora al cuore dell’intervista per capire più approfonditamente cosa ne pensa il Maestro:

Come prima domanda vorrei chiederti: Cos’è l’ARTE per Giuliano Giuggioli? So che è una domanda semplice e complessa allo stesso tempo quindi sentiti libero di prenderti tutto il tempo necessario per rispondere…

È molto semplice per me risponderti: “L’ARTE E’ LA MIA VITA”. Vivo d’arte e per l’arte. Io sogno, penso, studio, mi emoziono e produco arte. È una cosa totalizzante.

Sei un’artista che vive della sua arte, un’artista molto colto, riflessivo ma anche scherzoso: come mai hai intrapreso la strada del Surrealismo? Che scopo ha la tua pittura? Immagino tu voglia portare dei profondi messaggi ma, in un mondo in cui la superficialità sta prendendo il sopravvento, credi che il pubblico riesca a decifrare i “giochi” criptici e nascosti nelle tue opere d’arte? Spiegaci.

Io sono come i bambini che sono molto seri ed impegnati quando giocano e come i bambini cerco di imparare giocando. Uso “l’ironia” che mi intriga in quanto sotto metafora, spesso scherzosa, fa passare concetti molto seri. Mi interessa molto meno la “provocazione” fine a sé stessa. Il surrealismo si presta ai miei racconti che sconfinano spesso nella metafisica. Non pretendo di essere compreso, mi accontento di suscitare dubbi e mistero nella speranza che questi predispongano l’osservatore a fare delle proprie riflessioni. Quando questo accade ne sono felice.

Guardando i tuoi cataloghi d’arte passati e quindi osservando le opere ormai “datate”, si può constatare quanto queste siano ancora estremamente attuali e contemporanee (è proprio grazie a questa caratteristica che entrerai a fare parte della storia dell’arte a fianco dei grandi maestri). Come riesci a prevedere il futuro?

Ho la pretesa di fare opere “atemporali” (per questo rincorro spesso il Mito) che mi permettono di raccontare una sorta di “Tempo circolare” dove tutte le cose accadute riaccadono ciclicamente. Passato – presente – futuro, diventano un’unica cosa, facile da prevedere.

Come stai vivendo questo periodo storico causato dalla pandemia? L’arte ti ha dato modo di evadere dalle restrizioni subite nel 2020? Ci sono progetti futuri o cicli pittorici su cui ti stai lavorando?

La pandemia cerco di viverla nel modo migliore.  Questa ci ha tolto molto ma ci ha donato più tempo per fare delle riflessioni, ci ha obbligato a rallentare e interrogarci. Io questo tempo lo sfrutto per concentrarmi con meno distrazioni e produrre opere senza fretta e… senza Tempo.

Questa è una domanda che adoro fare agli artisti in quanto, essendo storia dell’arte sono particolarmente legata alla storia: se avessi l’occasione di poterti reincarnare in un’artista del passato, quale sceglieresti e perché?

Questa domanda è di difficile risposta! Io sono un onnivoro dell’arte e mi nutro delle opere di moltissimi artisti del passato! Sceglierne uno… è un’impresa! Ma non voglio esimermi nel dare una risposta e quindi… scelgo Rembrandt Harmenszoon van Rijn. Oltre ad affascinarmi la sua splendida tecnica pittorica, mi ha sempre scosso la coscienza la sua determinazione nella ricerca sperimentale della stesura dei colori e della sintesi, pagandolo con il disprezzo dell’opinione pubblica che non capiva l’evoluzione delle sue opere della maturità. Ricco e famoso da giovane e povero e dimenticato da vecchio dai suoi contemporanei. Ci vuole un grande coraggio a rinunciare alla ricchezza e agli onori per andare fino in fondo con la ricerca pittorica solo per soddisfare le proprie esigenze espressive. Grandi sono i suoi capolavori perché è grande l’Uomo Rembrandt.

Ringrazio il Maestro Giuliano Giuggioli per il Tempo dedicatoci. Ricordo che le sue opere sono visibili sul sito web criticoarte.org (Giuliano Giuggioli – Italian art by ELisa Manzoni (criticoarte.org) ) e potrete vederle personalmente presso la Manzoni Kunst Galerie in Olanda, previa prenotazione a causa delle restrizioni Covid-19. Per prendere appuntamento è sufficiente scrivere a: elisavosmanzoni@gmail.com

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