Domanda all’artista: Marieke Samuels

Oggi sono davvero contenta di presentare un’artista conosciuta poco più di un anno fa in occasione della Mostra collettiva Donna 2021, organizzata da Giulio Pettinato e dal Centro Arte Castel Gandolfo a cui ho potuto collaborare (settembre, Sala Nagasawa via Appia Antica, Roma): Marieke Samuels dal Brabante, e più precisamente da Etten-Leur. Per i lavori dell’artista olandese, fino da subito, è scoppiata la scintilla grazie alla forte ma delicata personalità e sensibilità che ne traspare: le sue protagoniste femminili emergono come antichi affreschi dal supporto che viene trattato in maniera espressionistica ed astratta da un mix di tecniche. Delicate ma determinate, le protagoniste emergono dalla tela come se fossero apparizioni spirituali rimaste a lungo imprigionate: una versione contemporanea e divina delle Grazie che scrutano l’osservatore interrogandolo. Dopo avere rappresentato l’artista a Roma e successivamente in una mostra collettiva invernale ad Appelscha, per quasi tutto il 2022 ho avuto il piacere di ospitarla presso la piccola Manzoni Kunst Galerie di Oosterwolde riscuotendo molti favori ed apprezzamenti per la sua poetica artistica.

Vorrei ora dare la parola a Marieke Samuels per dare modo ai lettori di conoscerla meglio.

Come e quando è nata l’artista che c’è in te?

L’artista è nata gradualmente. Tutto è iniziato lentamente con la mia prima mostra nel 2007. Sono stata invitata dalla nonna di un compagno di classe dei miei figli, che organizzava le mostre nell’edificio del suo datore di lavoro. Su sua insistenza, ho accettato di esporre i miei lavori. Pensava che il mio lavoro fosse di qualità. Gradualmente sono seguite altre mostre. Poi mi è stato chiesto se avessi voluto insegnare e alcuni galleristi mi hanno invitato nelle loro gallerie. Quindi, in realtà, sono stato persuasa o convinta dal mondo esterno a diventare un artista. Non è una cosa che avevo in mente per me stessa. Oggi mi accorgo di non essere una persona media e di avere una capacità creativa superiore alla media. Il mondo esterno l’ha visto solo prima…

Da dove trai ispirazione? Puoi spiegare come crei tecnicamente un ritratto?

Mi ispiro vedendo il lavoro di altri artisti. Mi hanno sempre affascinato anche i bei volti femminili. La natura è una fonte di ispirazione per il mio uso del colore e delle texture.

I miei ritratti su tela iniziano in modo molto intuitivo con uno sfondo astratto. L’uso del colore e della texture dipende interamente dal mio stato d’animo. Poi, quando lo sfondo è diventato abbastanza interessante, cerco di scoprirvi un volto. Anche questo avviene in modo molto intuitivo. Poi abbozzo il volto sullo sfondo con il carboncino o la matita e in alcuni casi direttamente con la pittura acrilica. Di solito uso del materiale fotografico come riferimento per dare un aspetto realistico. Poi elaboro il viso con la minor quantità di vernice possibile e considero ciò che è necessario per la finitura per ottenere un insieme forte.

Il tuo lavoro è un misto di espressionismo e astrazione. Perché questa scelta di stile per valorizzare il viso femminile?

Io stesso trovo il lavoro astratto più interessante di quello realistico. Mi tocca prima e lascia anche più spazio all’immaginazione. Quando lavoro come artista, posso anche esprimere le mie intuizioni e i miei sentimenti nell’astrazione e nell’espressionismo. E queste sono le mie più grandi motivazioni per creare.

Quanto è importante il mix di media e soprattutto la scelta espressionista dei colori?

La mia intuizione e i miei sentimenti sono i più grandi motivatori e riesco ad esprimerli bene nel modo in cui uso la pittura o il pastello. Mi concedo una discreta libertà con molte azioni selvagge e impetuose, mentre quando creo il viso sono molto controllato e preciso. E la mia scelta dei media mi permette di fare tutte queste sfaccettature. Il mio uso del colore è determinato dal mio gusto e dal mio umore. Si tratta principalmente di colori terrosi e naturali. In realtà lavoro con una tavolozza di colori limitata, ma i miei colori si mescolano magnificamente tra loro. Per me è molto importante perché lascio che i colori fluiscano l’uno nell’altro. 

Dopo 2 anni di incertezza della pandemia, quali sono i tuoi piani futuri? Promette di essere l’anno di Venere, della bellezza e dell’energia femminile positiva.

I miei progetti futuri sono di continuare a dipingere e spero di riuscire a vendere le mie opere. Quest’ultimo è preferibile che sia fatto da altri, dato che vendere me stesso non è proprio il mio forte. Trovo inoltre che insegnare su piccola scala sia una bella aggiunta alla realizzazione del mio lavoro. Posso esprimere la mia passione per il ritratto e apprezzo anche l’aspetto sociale.

Vorrei ringraziare di cuore Marieke Samuels per il tempo che ci ha dedicato e, nell’attesa di averla ancora come gradita ospite presso la Manzoni Kunst Galerie di Oosterwolde, vorrei invitarvi a visitare il suo sito e la sua pagina istagram, oltre che a consigliarvi di visitarla direttamente nel suo Atelier ad Etten-Leur vicino a Breda.

Per vedere il video su YouTube, questo è il link.

Domanda all’artista: Laura Zani

Finalmente ci siamo lasciati alle spalle il gran caldo (almeno qui in Olanda) e possiamo concentrarci su nuovi progetti, nuove collaborazioni, nuove mostre e, al ritorno della rubrica Domanda all’artista (devo dire che mi era mancata e sono felice di riproporvela) in occasione dell’inserimento di due nuovi artisti nel progetto Arte italiana contemporanea in Olanda. Oggi vorrei presentarvi ufficialmente la pittrice bresciana Laura Zani, già presente alla Manzoni Kunst Galerie di Oosterwolde da aprile 2022 per la mostra sui ritratti Het portreit van de ziel. Conosciuta tramite un’amicizia milanese in comune (da Milonga Cornici in centro a Milano trovate sempre il meglio), la poetica di Laura mi ha subito catturata e fatta innamorare per la sua dolcezza e la sua eleganza nell’unire il mondo infantile-animale-vegetale ad un mondo profondamente surreale e simbolico grazie all’uso di inchiostri delicati a grandi campiture. Le opere di Laura Zani donano calma interiore e serenità e, proprio per questo sono tanto apprezzate e ricercate dai collezionisti americani, egiziani, italiani, belgi, tedeschi, cinesi ed olandesi. Ma non voglio indugiare oltre e vorrei passare la parola all’artista.

Parlaci di te: quando Laura Zani ha iniziato a sentirsi un’artista?

Ho un’idea molto romantica dell’ artista che immagino individuo totalmente posseduto da una visione personale della realtà e immancabilmente originale sia nella produzione artistica che nella vita. Se paragono me stessa a questa figura idealizzata non riesco a sentirmi artista: la mia vita è ordinaria e i miei pensieri contemplano ogni aspetto della quotidianità. Ci sono momenti, però, in cui riesco a estraniarmi dalla realtà: mentre ricerco idee, quando sono rapita da una situazione particolare o sono esaltata da un successo, attimi molto intensi mentre realizzo i miei lavori. In quelle ore la percezione di me stessa muta e riesco a percepirmi artista.  Ma poiché abitualmente prevale la mia visione romantica preferisco definirmi pittrice.

Cosa desidera ardentemente l’Artista che c’è in te? L’hai già realizzato?

L’artista che abita dentro me desidera comunicare emozioni positive allo spettatore. Ma non solo: cerca conforto e gioia nei gesti che creano l’opera, nel flusso delle idee che la generano.

Non nego di pensare di ottenere sempre maggiori riscontri e apprezzamento da parte del pubblico e della critica ma, certamente, non sono le mie priorità.

Penso di realizzare il mio desiderio ogni volta che leggo negli occhi dello spettatore gioia e serena curiosità oppure mentre ascolto o leggo parole di gratitudine per le emozioni positive suscitate dal mio lavoro.

Da cosa trai la maggiore ispirazione? Perché?

Traggo l’ispirazione dalle cose che amo: volti ed espressioni accattivanti che fanno immaginare emozioni latenti; la bellezza, che non trova paragoni, delle creazioni della natura – sia del mondo vegetale che animale; opere d’arte di maestri della pittura e dell’illustrazione.

E tutto ciò perché sento che appartengono al mio immaginario e su di essi si appoggia il mio benessere interiore.

Parleresti ai lettori della tua tecnica pittorica: dall’opera originale fino ad arrivare all’elaborazione che ne diventa un nuovo originale?

La genesi della mia produzione artistica segue due percorsi diversi: una è generata totalmente dalla fantasia senza appoggiarsi ad immagini reali – si tratta, nello specifico, dei lavori di illustrazione: trovata l’idea per la tavola, realizzo numerosi bozzetti e prove di colore per arrivare al lavoro definitivo.

L’altra è influenzata da immagini fotografiche. In questi casi mi servo delle fotografie per riprodurre le forme e i contrasti di luce mentre tendo ad inventare il contesto e a cambiare i colori al fine di utilizzare la mia palette personale.

Come mai la decisione di creare stampe fine art? Hai altri progetti per avvicinarti ancora di più al pubblico?

Ho deciso di produrre stampe fine art delle mie opere per rendere il mio lavoro maggiormente fruibile ad un vasto pubblico. Attraverso la stampa dei files ottenuti scansionando o fotografando i lavori originali, posso creare copie di ottima qualità e di varie dimensioni, anche diverse dagli originali, a prezzi economici.

Penso che per avvicinare il pubblico sia indispensabile la visibilità che, al momento, ricerco attraverso i social – Facebook e Instagram – e l’appoggio di gallerie d’arte. Ho in serbo, e questo è uno scoop, di aprire, a breve, uno studio con vetrine nel centro storico di Brescia, la mia città.

Vorrei davvero ringraziare di cuore Laura Zani per la sua infinita disponibilità. Da una persona meravigliosa come è lei, non può che scaturire un’arte meravigliosa.

Per seguire l’artista vi propongo il suo profilo Instagram e il suo sito web, oltre che invitarvi di persona alla Manzoni Kunst Galerie a Oosterwolde e sulle sue pagine Facebook ed Instagram.