Il maestro calabrese Giulio Pettinato e le sue eclettiche opere d’arte sono ormai conosciuti ad un largo pubblico di intenditori grazie ad una continua ricerca espressiva, personale e creativa, libera dai canoni accademici. Aspirando alla contemplazione a 360° della natura, l’artista gioca con le immagini e, con la sua molteplice produzione, si annovera nel cerchio delle personalità artistiche contemporanee poliedriche: scenografo, pittore, designer e grafico, Giulio Pettinato utilizza diverse forme d’arte quali le installazioni, i plastici, la pittura e la scultura, impiegando i materiali più disparati come la stoffa, il polistirolo, la sabbia, il legno, il marmo e le lampade a led, per dare una nuova linfa vitale alla luce e al colore che creano così una moderna visione scenografica e teatrale del mondo reale.
È interessante analizzare i due filoni predominanti della sua produzione artistica. Il primo filone è costituito dai suoi dipinti “scultorei” a tema marino dove il paesaggio viene riscritto grazie all’uso di diversi materiali e alla sapiente gestione dei piani prospettici. In queste opere, come ad esempio Orizzonti e Rimembranze del 2016, Mare in tempesta del 2017, Ricordi marini, Riflessi e Riflessi lunari del 2019, la tela, da semplice finestra prospettica, diventa una concreta superficie materiale dove la combinazione dei colori acrilici agli elementi reali e semplici, quali la stoffa e la sabbia, mostra l’intenzione di valorizzare i frammenti naturali ricchi di proprietà metaforiche e formali quali il colore, la texture, la tattilità e la luminosità. In questi lavori, Giulio Pettinato riesce così a fondere con unicità e forza evocativa la matericità dell’Informale di Alberto Burri (1915-1995), le pennellate grafiche con colori lucenti e piatti della Pop Art inglese degli anni ’60 di David Hockney (1937-), nonché i tocchi veloci e luminosi dell’Espressionismo nordico di Edvard Munch (1863-1944).
Il secondo filone si distacca dal primo per le qualità formali ma è anch’esso strettamente collegato alla poetica scenica e spettacolare dell’artista: Light Art nasce infatti a partire dal 2014 dall’esigenza di ampliare e raffinare la sua ricerca scenografica. Queste opere, come ad esempio Boinsoir madame del 2018 e Nude radici del 2020, sono in realtà delle vere e proprie installazioni retroilluminate da lampade a led fisse, raffiguranti temi femminili e paesaggistici, in cui le immagini sono retro-dipinte con colori acrilici su tela di lino o pelle d’uovo. Diversamente dalla Light Art degli anni ’50 e ’60, come Arabesco fluorescente di Lucio Fontana del 1951, oggi al Museo del Novecento a Milano, in cui la luce era il mezzo e il fine che permetteva al pubblico di avere un’esperienza travolgente, nelle installazioni di Pettinato la luce è il mezzo per godere di una pittura grafica, elegante, chiara e sensuale, di ascendenza pubblicitaria, in cui la scenografia è la padrona incontrastata: a seconda del sapiente posizionamento della fonte luminosa studiata nel dettaglio dell’artista/scenografo, la luce crea pathos e sensazioni diverse che indagano il binomio finito-infinito e realtà-immaginazione.
Giulio Pettinato rimane così un ragguardevole esponente dell’arte contemporanea italiana che, con la sua continua ricerca artistica, porterà un contributo importante nel panorama internazionale.
Dott.ssa Elisa Manzoni
Storico e critico dell’arte
Agosto 2020