Ask the artist: Marieke Samuels

Today I am very happy to present an artist I met a little over a year ago at the group exhibition Donna 2021, organised by Giulio Pettinato and the Castel Gandolfo Art Centre (September, Sala Nagasawa via Appia Antica, Rome): Marieke Samuels from Brabant, and more precisely from Etten-Leur. Right from the start, there was a spark for the Dutch artist’s work thanks to the strong but delicate personality and sensitivity that shines through: her female protagonists emerge like ancient frescoes from the support that is treated in an expressionistic and abstract manner by a mix of techniques. Delicate yet determined, the protagonists emerge from the canvas as if they were spiritual apparitions that have remained imprisoned for a long time: a contemporary and divine version of the Graces that scrutinise the observer, interrogating him. After having represented the artist in Rome and subsequently in a winter group exhibition in Appelscha, I had the pleasure of hosting her at the small Manzoni Kunst Galerie in Oosterwolde for almost the whole of 2022, gaining much favour and appreciation for her artistic poetics.

I would now like to give the floor to Marieke Samuels so that readers can get to know her better.

How and when was the artist born in you?

The artist was born gradually. It all started slowly with my first exhibition in 2007. I was invited by the grandmother of a classmate of my children, who organised exhibitions in her employer’s building. At her insistence, I agreed to exhibit my work. She thought my work was of quality. Gradually, more exhibitions followed. Then I was asked to teach and some gallery owners invited me to their galleries. So I was actually persuaded or convinced by the outside world to become an artist. It was not something I had in mind for myself. Today, I realise that I am not an average person and that I have an above-average creative ability. The outside world only saw it first….

Where do you get your inspiration from? Can you explain how you technically make a portrait?

I get inspired by seeing the work of other artists. I have also always been fascinated by beautiful female faces. Nature is a source of inspiration for my use of colour and texture.

My portraits on canvas start very intuitively with an abstract background. The use of colour and texture depends entirely on my mood. Then, when the background has become interesting enough, I try to discover a face in it. This also happens very intuitively. Then I sketch the face on the background with charcoal or pencil and in some cases directly with acrylic paint. I usually use photographic material as a reference to give a realistic look. Then I work on the face with as little paint as possible and think about what is needed for the finish in order to get a strong whole.

Your work is a mixture of expressionism and abstraction. Why this choice of style to enhance the female face?

I find abstract work more interesting than realistic work. It touches me sooner and also leaves more room for imagination. As an artist, I can also express my intuitions and feelings in abstraction and expressionism. And those are my greatest motivations to create.

How important is the mix of media and especially the expressionist choice of colours?

My intuition and feelings are the biggest motivators and I can express them well in the way I use paint or pastel. I allow myself quite a lot of freedom with many wild and impetuous actions, whereas when creating the face I am very controlled and precise. And my choice of medium allows me to do all these things. My use of colour is determined by my taste and mood. They are mostly earthy and natural colours. I actually work with a limited colour palette, but my colours mix beautifully with each other. That’s very important to me, because I let the colours flow into each other. 

What are your plans after two years of uncertainty about the pandemic? It promises to be the year of Venus, beauty, and positive female energy.

My future plans are to continue painting and I hope to be able to sell my works. The latter I’d better let others do, because selling myself is not really my strong suit. I also think that teaching on a small scale is a nice addition to my work. I can express my passion for portraiture, and I also appreciate the social aspect.

I would like to sincerely thank Marieke Samuels for her time and, while waiting to have her as a welcome guest again at the Manzoni Kunst Galerie in Oosterwolde, I would like to invite you to visit her website and her instagram page, as well as to recommend a visit to her atelier in Etten-Leur near Breda.

To watch the video on YouTube, this is the link.

Domanda all’artista: Marieke Samuels

Oggi sono davvero contenta di presentare un’artista conosciuta poco più di un anno fa in occasione della Mostra collettiva Donna 2021, organizzata da Giulio Pettinato e dal Centro Arte Castel Gandolfo a cui ho potuto collaborare (settembre, Sala Nagasawa via Appia Antica, Roma): Marieke Samuels dal Brabante, e più precisamente da Etten-Leur. Per i lavori dell’artista olandese, fino da subito, è scoppiata la scintilla grazie alla forte ma delicata personalità e sensibilità che ne traspare: le sue protagoniste femminili emergono come antichi affreschi dal supporto che viene trattato in maniera espressionistica ed astratta da un mix di tecniche. Delicate ma determinate, le protagoniste emergono dalla tela come se fossero apparizioni spirituali rimaste a lungo imprigionate: una versione contemporanea e divina delle Grazie che scrutano l’osservatore interrogandolo. Dopo avere rappresentato l’artista a Roma e successivamente in una mostra collettiva invernale ad Appelscha, per quasi tutto il 2022 ho avuto il piacere di ospitarla presso la piccola Manzoni Kunst Galerie di Oosterwolde riscuotendo molti favori ed apprezzamenti per la sua poetica artistica.

Vorrei ora dare la parola a Marieke Samuels per dare modo ai lettori di conoscerla meglio.

Come e quando è nata l’artista che c’è in te?

L’artista è nata gradualmente. Tutto è iniziato lentamente con la mia prima mostra nel 2007. Sono stata invitata dalla nonna di un compagno di classe dei miei figli, che organizzava le mostre nell’edificio del suo datore di lavoro. Su sua insistenza, ho accettato di esporre i miei lavori. Pensava che il mio lavoro fosse di qualità. Gradualmente sono seguite altre mostre. Poi mi è stato chiesto se avessi voluto insegnare e alcuni galleristi mi hanno invitato nelle loro gallerie. Quindi, in realtà, sono stato persuasa o convinta dal mondo esterno a diventare un artista. Non è una cosa che avevo in mente per me stessa. Oggi mi accorgo di non essere una persona media e di avere una capacità creativa superiore alla media. Il mondo esterno l’ha visto solo prima…

Da dove trai ispirazione? Puoi spiegare come crei tecnicamente un ritratto?

Mi ispiro vedendo il lavoro di altri artisti. Mi hanno sempre affascinato anche i bei volti femminili. La natura è una fonte di ispirazione per il mio uso del colore e delle texture.

I miei ritratti su tela iniziano in modo molto intuitivo con uno sfondo astratto. L’uso del colore e della texture dipende interamente dal mio stato d’animo. Poi, quando lo sfondo è diventato abbastanza interessante, cerco di scoprirvi un volto. Anche questo avviene in modo molto intuitivo. Poi abbozzo il volto sullo sfondo con il carboncino o la matita e in alcuni casi direttamente con la pittura acrilica. Di solito uso del materiale fotografico come riferimento per dare un aspetto realistico. Poi elaboro il viso con la minor quantità di vernice possibile e considero ciò che è necessario per la finitura per ottenere un insieme forte.

Il tuo lavoro è un misto di espressionismo e astrazione. Perché questa scelta di stile per valorizzare il viso femminile?

Io stesso trovo il lavoro astratto più interessante di quello realistico. Mi tocca prima e lascia anche più spazio all’immaginazione. Quando lavoro come artista, posso anche esprimere le mie intuizioni e i miei sentimenti nell’astrazione e nell’espressionismo. E queste sono le mie più grandi motivazioni per creare.

Quanto è importante il mix di media e soprattutto la scelta espressionista dei colori?

La mia intuizione e i miei sentimenti sono i più grandi motivatori e riesco ad esprimerli bene nel modo in cui uso la pittura o il pastello. Mi concedo una discreta libertà con molte azioni selvagge e impetuose, mentre quando creo il viso sono molto controllato e preciso. E la mia scelta dei media mi permette di fare tutte queste sfaccettature. Il mio uso del colore è determinato dal mio gusto e dal mio umore. Si tratta principalmente di colori terrosi e naturali. In realtà lavoro con una tavolozza di colori limitata, ma i miei colori si mescolano magnificamente tra loro. Per me è molto importante perché lascio che i colori fluiscano l’uno nell’altro. 

Dopo 2 anni di incertezza della pandemia, quali sono i tuoi piani futuri? Promette di essere l’anno di Venere, della bellezza e dell’energia femminile positiva.

I miei progetti futuri sono di continuare a dipingere e spero di riuscire a vendere le mie opere. Quest’ultimo è preferibile che sia fatto da altri, dato che vendere me stesso non è proprio il mio forte. Trovo inoltre che insegnare su piccola scala sia una bella aggiunta alla realizzazione del mio lavoro. Posso esprimere la mia passione per il ritratto e apprezzo anche l’aspetto sociale.

Vorrei ringraziare di cuore Marieke Samuels per il tempo che ci ha dedicato e, nell’attesa di averla ancora come gradita ospite presso la Manzoni Kunst Galerie di Oosterwolde, vorrei invitarvi a visitare il suo sito e la sua pagina istagram, oltre che a consigliarvi di visitarla direttamente nel suo Atelier ad Etten-Leur vicino a Breda.

Per vedere il video su YouTube, questo è il link.

Het portreit van de ziel

“De animatie van het doek is een van de moeilijkste problemen van de schilderkunst.”

(Alfred Sisley)

De evolutie van het portret in de kunstgeschiedenis kan worden gelijkgesteld met de evolutie van de weergave van de beeltenis van de kindertijd naar de volwassenheid. De impuls om portretten te schilderen is een spontane en primordiale noodzaak: vertrekkend van een opzettelijk portret komen we, dankzij de persoonlijke groei van de kunstenaar, tot het fysionomische portret dat niet alleen concrete somatische kenmerken heeft, maar ook het psychologische karakter, de spiritualiteit en het morele oordeel van de geportretteerde analyseert. Ook al werd het in de oudheid beschouwd als een genre dat inferieur is aan het historische tafereel, voor sommige historici is het portret het oudste en meest verbreide artistieke genre dat de ontwikkeling van de cultuur van de samenleving tastbaar volgt: er zijn maar weinig historische tijdperken en beschavingen waarin het portret niet aan bod komt.

De tentoonstelling Het portreit van de ziel wil dus de hedendaagse situatie documenteren van dit genre dat altijd een grote aantrekkingskracht heeft gehad. De zes aanwezige kunstenaars hebben het doel van Alfred Sisley (1839-1899) bereikt: zij hebben een ontwikkelingsstadium bereikt waarin zij in staat zijn het onderwerp van het werk te animeren, dat wil zeggen dat zij ziel en geest in het materiaal brengen door er hun persoonlijke artistieke en creatieve toets aan toe te voegen. Laten we ze beter leren kennen.

Sinds 2015 concentreert de Milanese kunstenares Susanna Maccari zich op de analyse van de vrouwelijke figuur in aquarellen: haar vitale en waterige toetsen zijn elegant en delicaat, en tonen de innerlijke kracht, schoonheid en intelligentie van de vrouw met pasteltinten van uiterste verfijning.

Met een heel andere techniek onderzoekt de kunstenaar Leonardo Vecchiarino uit Foggia ook de schoonheid van de hedendaagse vrouw: fascinerende moderne nimfen met een prerafaëlitische inslag (19e eeuw), geschilderd in olieverf met bleke, koude kleuren, worden geplaatst in volkomen surrealistische symbolische contexten die bestaan uit collages met fragmenten uit het dagelijks leven.

Een andere belangrijke exponent van de hedendaagse Lombardische portretkunst is ongetwijfeld de kunstenaar Giorgio Riva, die ons met zijn werken op hout ertoe aanzet de vrouwenfiguur te interpreteren in een dromerige, symbolische en transcendente versie die doet denken aan de Art Nouveau (1890-1910): de ruimten worden in de tijd opgeschort en stralen rust en harmonie uit dankzij de kleur en de grafische oogjes die het beeld creëren.

De jonge Bresciaanse kunstenares Laura Zani, een nieuwkomer in het project Hedendaagse Italiaanse Kunst in Nederland dat door Manzoni Kunst Galerie wordt gesteund, is bij verzamelaars ook bekend om haar inktwerken en fine art prints met kinderportretten. Dankzij het spel van het licht en de transparantie van de gebruikte media creëert de kunstenares een zuiver universum waarin gratie natuurlijk is en, zoals ze zelf zegt, “waar je nog kunt hopen dat alles mogelijk is en waar je toevallig zeemeerminnen ontmoet”.

De enige Nederlandse portrettiste in de tentoonstelling is de Brabantse Marieke Samuels, die dankzij haar artistieke poëtica de geportretteerde vrouw uit het abstracte doek laat oprijzen als ware het een visioen uit een droom: de toeschouwer krijgt zo de gedachte en de essentie van de protagoniste te pakken.

Wat de beeldhouwkunst betreft, is de enige beeldhouwer in de galerie Claudio Caporaso uit Ligurië, die zich concentreert op de diepgaande en voortdurend veranderende identiteiten van de onderwerpen in brons. De geportretteerde lijdende zielen zijn geïdealiseerd en schetsen met grote gevoeligheid de hedendaagse geest van de mens.

De tentoonstelling Het portreit va de ziel geeft zo een volledig beeld van de hedendaagse maatschappij, realistisch in haar fenomenale kant, voortdurend op zoek naar een ontsnapping uit de dagelijkse angsten door middel van symboliek, dromen, emoties en illusies.

29 april – 26 juni 2022

Manzoni Kunst Galerie (Snellingerdijk 122, Oosterwolde)

English version

The portrait of the soul

“The animation of the canvas is one of the most difficult problems of painting.”

(Alfred Sisley)

The evolution of the portrait in the history of art can be equated with the evolution of the reproduction of the image from childhood to adulthood. The impulse to paint portraits is a spontaneous and primordial necessity: starting from an intentional portrait we arrive, thanks to the personal growth of the artist, at the physiognomic portrait that not only has concrete somatic features but also analyses the psychological character, spirituality and moral judgement of the subject. Even though in ancient times it was considered an inferior genre to the historical scene, for some historians the portrait is the oldest and most widespread artistic genre that tangibly follows the development of society’s culture: there are very few historical epochs and civilisations in which the portrait is not taken into consideration.

The exhibition Het portreit van de ziel thus aims to document the contemporary situation of this genre that has always had great appeal. The six artists present have achieved Alfred Sisley’s (1839-1899) goal: they have reached a stage of evolution where they are able to animate the subject of the work, that is to say, they infuse soul and spirit into the material by adding their personal artistic and creative touch. Let’s get to know them better.

Since 2015, Milanese artist Susanna Maccari has been concentrating on analysing the female figure in watercolours: her vital and watery touches are elegant and delicate, and show the inner strength, beauty and intelligence of women with pastel tones of extreme refinement.

With an extremely different technique, the artist Leonardo Vecchiarino from Foggia also investigates the Beauty of contemporary women: fascinating modern nymphs with a Pre-Raphaelite flavour (19th century), painted in oils with pale, cold colours, are set in completely surreal symbolic contexts made of collages showing fragments of everyday life.

Another important exponent of contemporary Lombard portraiture is certainly the artist Giorgio Riva who, with his works on wood, encourages us to interpret the female figure in a dreamlike, symbolic and transcendental version reminiscent of Art Nouveau (1890-1910): the spaces are suspended in time and convey calm and harmony thanks to the colour and graphic eyelets that create the image.

The young Brescian artist Laura Zani, a newcomer to the Contemporary Italian Art in the Netherlands project supported by Manzoni Kunst Galerie, is also well known to collectors for her ink works and fine art prints featuring portraits of children. Thanks to the play of light and the transparency of the media used, the artist creates a pure universe in which grace is natural and, as she herself says, “where you can still hope that anything is possible and where you happen to meet mermaids”.

The only Dutch portraitist in the exhibition is Marieke Samuels from Brabant who, thanks to her artistic poetics, makes the portrayed female subject emerge from the abstract canvas as if it were a vision from a dream: the spectator thus grasps the thought and essence of the protagonist.

As far as sculpture is concerned, the only sculptor in the gallery is Claudio Caporaso from Liguria, who concentrates on the profound and constantly changing identities of his bronze subjects. The suffering souls portrayed are idealised and sketch the contemporary spirit of the human being with great sensitivity.

The exhibition Het portreit va de ziel thus fully captures today’s contemporary society, realistic in its phenomenal side, constantly searching for an escape from everyday anxieties through symbolism, dreams, emotions and illusions.

Art in the Garden – Kunst in de Tuin

Write the date in your diary!

Saturday 28 August 2021 you are all invited to the Art in the Garden exhibition at the Manzoni Kunst Galerie, from 11am to 5pm! The gallery will be officially inaugurated and we will celebrate the artists participating in the project Contemporary Italian Art in the Netherlands and the new entry Rob Koedijk, a Dutch artist from Assen who has enthusiastically accepted the idea of making the two artistic cultures dialogue.
We are waiting for you to drink a coffee, a tea or a glass of wine and talk a bit about Art!

Art in the Garden

Saturday 28 August 2021

Manzoni Kunst Galerie

Snellingerdijk 122, 8431 ES Oosterwolde, Netherlands

from 11am to 5 pm

Artist:

Giorgio Riva

Susanna Maccari

Gianluca Cremonesi

Maurizio Brambilla

Giuliano Giuggioli

Gianluca Somaschi

Ilaria Sperotto

Marina De Carlo

Gianni Depaoli

Leonardo Vecchiarino

Rob Koedijk

Noteer de datum in uw agenda!

Zaterdag 28 augustus 2021 bent u allen uitgenodigd voor de tentoonstelling Kunst in de Tuin in de Manzoni Kunst Galerie, van 11.00 tot 17.00 uur! De galerie wordt officieel geopend en we vieren de kunstenaars die deelnemen aan het project Hedendaagse Italiaanse Kunst in Nederland en de nieuwe binnenkomer Rob Koedijk, een Nederlandse kunstenaar uit Assen die met enthousiasme het idee heeft aanvaard om de twee artistieke culturen met elkaar in dialoog te brengen.
Wij wachten op u om een koffie, een thee of een glas wijn te drinken en wat over kunst te praten!

Art in the Garden

Zaterdaag 28 Augustus 2021

Manzoni Kunst Galerie

Snellingerdijk 122, 8431 ES Oosterwolde, Netherlands

van 11 tot 17

Kunstenaars:

Giorgio Riva

Susanna Maccari

Gianluca Cremonesi

Maurizio Brambilla

Giuliano Giuggioli

Gianluca Somaschi

Ilaria Sperotto

Marina De Carlo

Gianni Depaoli

Leonardo Vecchiarino

Rob Koedijk

Vraag aan de kunstenaar: Elisabetta Maistrello

We luiden dit voorjaar 2021 in met het Chromatisch Excentrisme van Elisabetta Maistrello, geboren in Vicenza maar al lang woonachtig in Padua, die het kleurenpalet doet exploderen in haar vrouwenportretten. Met haar gevoeligheid en dank zij haar technische precisie is de kunstenares tot een picturale synthese gekomen van een onmiskenbare charme en geeft zij leven aan figuratieve werken met een sterke visuele en emotionele impact. Het weelderige gebruik van het materiaal, de zorgvuldige lichttrillingen en het snelle, instinctieve en expressionistische gebaar dat wordt gegeven door de perfecte combinatie van spatelbewegingen, beslissend en harmonieus, en lichte aanrakingen op de punt van het penseel, maken de artistieke produktie van Elisabetta Maistrello van een brede internationale reikwijdte. De Italiaanse kunstenaar, die al bekend was in Amerika, Rusland, China en Frankrijk, is nu ook op Nederlands grondgebied aanwezig met het project Hedendaagse Italiaanse kunst in Nederland, dat wordt ondersteund door Manzoni Kunst Galerie in Oosterwolde.

Maar laten we eindelijk overgaan tot het interview:

U bent een kind van de goudsmidswereld en, hoewel u zelf goudsmid bent, drukt u zich ook uit in de schilderkunst: hoe en wanneer is uw liefde voor de picturale kunst ontstaan, en in het bijzonder voor vrouwenportretten?

In één woord, atypisch. Ik ben wat je noemt een autodidact artiest. Ik heb altijd al een ader van kunst in mijn bloed voelen pulseren. Dankzij het familiebedrijf ademde ik van jongs af aan de kunst van het goudsmeden in en na verloop van tijd uitte deze creativiteit zich in de creatie van sieraden. Maar schilderen is mijn ware artistieke aard. Ik ging niet naar academies of kunstscholen; toch voelde ik een sterk verlangen om te gaan studeren, dus vertrouwde ik mezelf toe aan meester Vincenzo Ursoleo uit Vicenza en gedurende vier jaar was ik zijn leerling. Ik experimenteerde ook met het hyperrealisme van Luigi Pellanda, maar omdat ik meteen begreep dat dit niet mijn genre was, bracht ik toch veel ideeën mee naar huis voor wat mijn persoonlijke kunstvorm zou worden. Om het academisch tekort in te halen verslond ik veel kunstboeken, ik was op zoek naar mijn stilistische ader en bij het bestuderen van de groten uit het verleden realiseerde ik me dat sommigen me meer aanspraken dan anderen, ik moest begrijpen waarom. Mettertijd heb ik mijn stemming gevonden, mijn stijlcode die goed uitdrukt wie ik ben en wat ik met mijn werken wil communiceren. Ik heb mezelf altijd omschreven als een expressionist, een instinctieve en gebarenloze kunstenaar. Ik creëerde een neologisme dankzij mijn werken dat ik Chromatic Eccentrism noemde.

In uw schilderijen beeldt u de vrouw en haar veelzijdige ziel uit, maar wie inspireert u? Heb je modellen? Vertel ons over je protagonisten…

Het onderwerp dat mijn voorkeur geniet is het portret van een vrouw waarmee ik het gamma van emoties dat wij kennen, overbreng. Wanneer iemand naar een van mijn werken kijkt, is hij niet op zoek naar subliminale boodschappen, hij leest zichzelf zoals ik de emotie lees die mij ertoe bracht dat bepaalde gezicht te maken. In elk schilderij zit een verborgen ik die uit het onbewuste komt. Iedereen kan zich identificeren met wat hij voelt op het moment waarop hij het waarneemt en, het lijkt vreemd, maar het kan van de ene dag op de andere veranderen. Het is geen toeval dat ik altijd portretten schilder, je zou het als een obsessie kunnen omschrijven en daarom wilde ik wat onderzoek doen. Geleerden van de psyche hebben het gedefinieerd als een buitensporig verlangen om naar zichzelf te zoeken. Het kan echt een reis van mijn onbewuste zijn om te zoeken naar emoties die ik niet herken, delen van mij die tot nu toe verborgen zijn gebleven. Ik geloof dat elke kunstenaar, terwijl hij schildert, een weg in zichzelf aflegt, alles kan worden omschreven als een zelfportret van de ziel, zelfs een schilderij van een landschap, een abstract werk of een expressionistisch schilderij. Er zijn geen studies achter een van mijn schilderijen, geen bepaalde personages die mij inspireren of omstandigheden die mij kunnen verlichten. Ik schilder wanneer mijn instinct me daartoe aanzet, en het toeval wil dat instinct altijd uitgaat van het diepste Ego.

Laten we het eens hebben over uw schildertechniek, die zich voortdurend ontwikkelt, zoals blijkt uit uw laatste productie. Uw kunst is figuratief en u geeft de voorkeur aan de expressionistische manier: wat betekent de kleur voor u? Hoe kies je de kleuren voor je onderwerpen? Hoe breng je het aan?

Het belang van kleur wordt verklaard in de naam die ik voor mijn schilderstijl heb gekozen, “Chromatic Eccentrism”, een uitdrukking die de centrifugale stuwkracht van de penseelstreken combineert met de kracht van kleur. De penseelstreken zijn kort en dik, vaak materieel, en lijken op grote schaal te herinneren aan de delicate streken van de beitel, een gereedschap dat ik gebruikte in mijn vorige carrière als goud- en zilversmid. Ik heb de kenmerken van deze eeuwenoude kunst vertaald in de schilderkunst, waarbij ik de beitel heb omgevormd tot het fijne penseel dat het zwart van de ogen uitsnijdt en opgraaft, en het wit, dat in reliëf tevoorschijn lijkt te komen, de taak heb gegeven licht te geven aan de blik en aan de hele figuur. Met een snel gebaar en op een instinctieve manier breng ik kleur aan op het doek en geef vorm aan het vormloze. Hier is geen behoefte aan contourlijnen, behalve die welke nauwelijks worden aangegeven en die de schaduw van het gezicht vormen. Dan creëert het volume zichzelf. De kleur is ongevormd, zonder vorm, pasteus en hardnekkig op het doek, maar bijeengehouden door een kracht die haar in vorm dwingt en haar doet oprijzen uit de monochrome achtergrond, meestal licht, die onder en achter de figuur als een extra kleur kan worden waargenomen. Ik kies de kleur niet, het is de kleur die mij kiest in een onbewuste en instinctieve vorm.

Er is veel vraag naar uw portretten, zelfs in het buitenland. Heb je ooit een bepaalde opdracht gehad, misschien op een ander medium? Je zou een hedendaagse “Rosalba Carriera” kunnen worden…

Ik krijg veel verzoeken, maar niemand heeft ooit om bepaalde media gevraagd omdat ze bij mijn stijl van het moment blijven. Aan de andere kant ben ik degene die nooit stopt met experimenteren en het bestuderen van nieuwe technieken, tot op heden heb ik verschillende media gebruikt van canvas tot aluminium verglaasd en andere materialen.
Het zou een grote eer zijn om een hedendaagse “Rosalba Carriera” te worden, zij is een artieste die ik zeer waardeer maar ik beschouw mezelf niet op haar zeer hoog niveau.

Je hebt het “Arte in Movimento” project opgericht om je kunst op straat te brengen. Kunt u de lezers vertellen waar het over gaat?

Het project is ARTE DA INDOSSARE, ARTE IN MOVIMENTO (KUNST OM TE DRAGEN, KUNST IN BEWEGING), dat staat voor een outfit die je draagt en vervolgens inlijst wanneer je voelt dat het tijd is om dat te doen. Het is geen kledingstuk maar een echt kunstwerk, handgeschilderd, gecertificeerd, genummerd en uniek (elke handgeschilderde afbeelding is uniek en wordt in geen enkel ander kledingstuk herhaald). Praktisch gezien wordt u, door een schilderij te dragen, een integrerend deel van het werk en wordt u, samen met mij, de promotor van ARTE IN MOVIMENTO: geen statisch kunstwerk dat aan de muur hangt, maar een kunstwerk dat op straat loopt, op straat, op de pleinen, waar u maar wilt. Dit idee werd geboren met de gedachte aan een emotionele verkoop, en om een symbolische waarde terug te geven aan de hedendaagse kunst.

Met dank aan de totale beschikbaarheid van Elisabetta Maistrello, herinner ik de lezers eraan dat zij de werken van de kunstenares ook kunnen zien op de website criticoarte.org Elisabetta Maistrello – Italiaanse kunst van ELisa Manzoni, en hieronder vindt u een video die het Art to Wear project laat zien.

Ask the artist: Elisabetta Maistrello

We open this Spring 2021 with the Chromatic Eccentrism of Elisabetta Maistrello, born in Vicenza but resident in Padua for a long time, who makes the colour palette explode in her female portraits. With her sensitivity and thanks to her technical precision, the artist has arrived at a pictorial synthesis of undeniable charm and gives life to figurative works of strong visual and emotional impact. The sumptuous use of the material, the careful luminous vibrations and the rapid, instinctive and expressionistic gesture given by the perfect combination of spatula strokes, decisive and harmonious, and light touches on the tip of the brush, make Elisabetta Maistrello’s artistic production of wide international scope. Already known in America, Russia, China and France, the Italian artist is now present in the Netherlands with the Contemporary Italian Art in Netherlands project supported by the Manzoni Kunst Galerie in Oosterwolde.

But let us finally move on to the interview:

You are a child of the goldsmith world and, although you are a goldsmith yourself, you also express yourself in painting: how and when did your love for pictorial art, and particularly for female portraits, come about?

In a word, atypical. I am what you call a self-taught artist. I have always felt a vein of art pulsing in my blood. I breathed in the art of goldsmithing thanks to the family business from a very young age and over time I expressed this creativity in jewellery making. But painting is my true artistic nature. I did not attend any academies or art schools; however, I felt a strong desire to undertake studies, so I turned to Vincenzo Ursoleo, a master from Vicenza, and I was his pupil for four years. I also experimented with Luigi Pellanda’s hyperrealism, but realising from the start that it was not my genre, I took home many ideas for what would become my personal art form. I was looking for my own stylistic vein and studying the greats of the past I realised that some resonated with me more than others, I had to understand why. With time I found my mood, my stylistic code that expresses well who I am and what I want to communicate with my works. I have always defined myself as an expressionist, an instinctive and gestural artist. I have created a neologism with my works that I have called Chromatic Eccentris.

In your canvases you represent women and their multi-faceted souls, but who inspires you? Do you have models? Tell us about your protagonists…

My favourite subject is the portrait of a woman with which I convey the range of emotions known to us. When a person looks at one of my works they are not looking for subliminal messages, they read themselves as I read the emotion that drove me to make that particular face. In every painting there is a hidden me that comes out of the unconscious. Everyone can identify with what they feel the moment they look at it and, strange as it may seem, it could change from one day to the next. It is no coincidence that I always paint portraits, it could be called an obsession and that is why I wanted to do some research. Scholars of the psyche have defined it as an inordinate desire to search for the self. It can really be a journey of my unconscious to search for emotions that I do not recognise, parts of myself that have been hidden until now. I believe that every artist, while painting, travels a road within himself, everything can be defined as a self-portrait of the soul, even a landscape painting, an abstract work or an expressionist painting. There are no studies behind my paintings, no particular characters that inspire me or circumstances that enlighten me. I paint when my instinct tells me to, and it just so happens that my instinct always comes from my deepest self.

Let’s talk about your painting technique, which is constantly evolving, as your latest production demonstrates. Your art is figurative and you prefer an expressionistic manner: what does colour mean to you? How do you choose the colours for your subjects? How do you apply it?

The importance of colour is stated in the very name I have chosen for my painting style, “Chromatic Eccentrism”, an expression that combines the centrifugal thrust of the brushstrokes with the power of colour. The brushstrokes are short and thick, often textured, and seem to recall on a large scale the delicate strokes of the chisel, a tool I used in my previous career as a gold and silver jeweller. I have translated the characteristics of this age-old art into painting, transforming the chisel into the fine brush that carves and digs into the black of the eyes, and leaving the white, which seems to emerge in relief, the task of giving light to the gaze and the entire figure. With a quick gesture and in an instinctive way, I apply touches of colour to the canvas, giving form to the formless. Here there is no need for contour lines, except for the barely visible ones that form the shadow of the face. Then the volume creates itself. The colour is loose, without form, pasty and tenacious on the canvas, but held together by a force that forces it into form and makes it emerge from the monochrome background, mostly light, which can be glimpsed below and behind the figure as an additional colour. I do not choose the colour, it is the colour that chooses me in an unconscious and instinctive way.

Your portraits are in great demand overseas. Have you ever had a particular commission, perhaps on a different medium? You could become a contemporary “Rosalba Carriera”…

I receive a lot of requests, but no one has ever asked for a particular medium because it is in keeping with my style at the time. On the other hand, I am the one who never stops experimenting and studying new techniques; to date, I have used various supports from canvas to vitrified aluminium and other materials.
It would be a great honour to become a contemporary “Rosalba Carriera”, she is an artist I appreciate very much but I do not consider myself at her very high level.

You founded the “Arte in Movimento” project to bring your art onto the street. Would you tell readers what it is about?

The project is ARTE DA INDOSSARE, ARTE IN MOVIMENTO (ART TO WEAR, ART IN MOVEMENT), which is an outfit that you wear and then frame when you feel it’s time to do so. It is not a garment but a real work of art, hand-painted, certified, numbered and unique (each hand-painted image is unique and is not repeated in any other garment). Practically, by wearing a painting, you become an integral part of the work and, together with me, you become the promoter of ARTE IN MOVIMENTO: not a static work of art hanging on a wall, but a work of art that walks in the streets, in the streets, in the squares; wherever you want. This idea was born with an emotional sale in mind, and to restore a symbolic value to contemporary art.

Thanking Elisabetta Maistrello for her total availability, I would like to remind readers that they can also view the artist’s works on the website criticoarte.org Elisabetta Maistrello – Italian art by ELisa Manzoni, and below you will find a video showing the Art to Wear project.

Domanda all’artista: Elisabetta Maistrello

Inauguriamo questa Primavera 2021 con l’Eccentrismo Cromatico di Elisabetta Maistrello, vicentina di nascita ma residente a Padova da molto tempo, che fa esplodere la tavolozza dei colori nei suoi ritratti femminili. Con la sua sensibilità e grazie alla precisione tecnica, l’artista è arrivata ad una sintesi pittorica di innegabile fascino che dà vita ad opere figurative di forte impatto visivo ed emotivo. L’uso sontuoso della materia, le attente vibrazioni luminose ed il gesto rapido, istintivo ed espressionistico dato dalla perfetta combinazione di spatolate, decise ed armoniose, e di leggeri tocchi in punta di pennello, rendono di ampio respiro internazionale la produzione artistica di Elisabetta Maistrello. Già conosciuta in America, in Russia, in Cina, in Francia ed in Spagna l’artista italiana è oggi presente sul territorio Olandese con il progetto Arte Italiana Contemporanea in Olanda sostenuto dalla Manzoni Kunst Galerie a Oosterwolde.

Ma passiamo finalmente all’intervista:

Sei figlia d’arte del mondo orafo e, pur essendo orafa anche tu, ti esprimi anche nella pittura: come e quando è nato l’amore per l’arte pittorica e particolarmente per il ritratto femminile?

In una parola, atipico. Sono quella che si definisce un’artista autodidatta. Ho sempre sentito nel sangue una vena d’arte che pulsava. Ho respirato l’arte orafa grazie all’azienda di famiglia fin da piccina e con il tempo questa creatività l’ho espressa nella creazione di gioielli. Ma è la pittura la mia vera natura artistica. Non ho frequentato accademie o scuole d’arte; eppure, ho sentito forte il desiderio di intraprendere degli studi, così mi sono affidata al Maestro vicentino Vincenzo Ursoleo e per quattro anni sono stata una sua allieva. Ho sperimentato anche l’iperrealismo di Luigi Pellanda ma, capendo sin da subito che non era il mio genere, mi sono comunque portata a casa tanti spunti per quella che sarebbe diventata la mia forma personale d’arte. Per sopperire alla mancanza accademica ho divorato un sacco di libri d’arte, ero alla ricerca della mia vena stilistica e studiando i grandi del passato mi rendevo conto che alcuni mi risuonavano dentro più di altri, dovevo capire il perché. Con il tempo ho trovato il mio mood, il mio codice stilistico che esprime bene chi sono e cosa voglio comunicare con le mie opere. Mi sono sempre definita un’espressionista, un’istintiva e gestuale. Ho creato un neologismo grazie alle mie opere che ho chiamato Eccentrismo Cromatico. 

Nelle tue tele rappresenti la donna e la sua anima multi sfaccettata ma chi ti ispira? Hai delle modelle? Raccontaci delle tue protagoniste…

Il soggetto che prediligo è il ritratto di donna con cui trasmetto la gamma di emozioni a noi note. Quando una persona osserva una mia opera non cerca messaggi subliminali, legge sé stessa come io leggo l’emozione che mi ha spinto a fare quel volto particolare. In ogni dipinto c’è una me celata che esce dall’inconscio. Ognuno può immedesimarsi con ciò che sente nell’attimo in cui la osserva e, sembra strano, però potrebbe cambiare da un giorno all’altro. Non è un caso che dipinga sempre ritratti, potrebbe essere definita un’ossessione e per questo motivo ho voluto fare delle ricerche. Gli studiosi della psiche ne hanno dato una definizione affermando che il ritratto sia un desiderio smodato di ricerca del sé. Può davvero essere un viaggio del mio inconscio il cercare emozioni che non riconosco, parti di me ad oggi celate. Credo che ogni artista mentre dipinge percorre una strada dentro sé stesso, tutto può essere definito un autoritratto dell’anima, anche un quadro di un paesaggio, un opera astratta o un dipinto espressionista. Non ci sono studi dietro un mio quadro, nessun personaggio in particolare che mi ispiri o circostanze che mi possano illuminare. Dipingo quando l’istinto me lo richiede e guarda caso l’istinto parte sempre dall’Io più profondo.

Parliamo della tua tecnica pittorica che è in continua evoluzione come dimostra la tua ultima produzione. La tua arte è figurativa e prediligi la maniera espressionistica: cosa significa per te il colore? Come scegli i colori per i tuoi soggetti? Come lo stendi?

L’importanza del colore è dichiarata nel nome stesso che io ho scelto per il mio stile pittorico, “Eccentrismo cromatico”, espressione che unisce la spinta centrifuga delle pennellate alla potenza del colore. Le pennellate sono brevi e spesse, spesso materiche, e sembrano richiamare su larga scala i colpi delicati del cesello, strumento che io ho usato nella mia carriera precedente di orafa dell’oro e dell’argento. Ho tradotto nel campo pittorico le caratteristiche di quest’arte millenaria trasformando il cesello nel pennello fine che incide e scava il nero degli occhi, e lasciando al bianco, che sembra emergere in rilievo, il compito di donare luce allo sguardo e all’intera figura. Con gesto rapido e in modo istintivo, applico tocchi di colore sulla tela, dando forma all’informe. Qui non c’è bisogno di linee di contorno, se non di quelle appena accennate che costituiscono l’ombra del viso. Poi il volume si crea da sé. Il colore è sfatto, senza forma, pastoso e tenace sulla tela, ma tenuto insieme da una forza che lo costringe in forma e lo fa emergere dallo sfondo monocromo, per lo più chiaro, che si intravede sotto e dietro la figura come un colore aggiuntivo. Non scelgo il colore è il colore che sceglie me in una forma inconscia ed istintiva.

I tuoi ritratti sono molto richiesti anche oltre oceano. Ti è mai capitata una commissione particolare, magari su un supporto diverso? Potresti diventare “Rosalba Carriera” contemporanea…

Richieste ne ricevo moltissime ma mai nessuno ha mai chiesto supporti particolari perché si attengono al mio stile del momento. D’altro canto, sono io che non smetto mai di sperimentare e studiare tecniche nuove, ad oggi ho utilizzato vari supporti dalla tela all’alluminio vetrificato e ad atri materiali. Sarebbe un grande onore diventare “Rosalba Carriera” contemporanea, è un’artista che apprezzo molto ma non mi ritengo al suo altissimo livello.

Hai fondato il progetto “Arte in Movimento” per portare sulla strada la tua arte. Racconteresti ai lettori di cosa si tratta?

Il progetto è ARTE DA INDOSSARE, ARTE IN MOVIMENTO. Rappresenta un outfit che indossi e poi incornici quando senti che è il momento di farlo. Non è un indumento ma una vera e propria opera d’arte, dipinta a mano, certificata, numerata e unica (ogni immagine dipinta a mano è unica e non si ripete in nessun altro capo). Praticamente indossando un dipinto si diventa parte integrante dell’opera e promotrici assieme a me di ARTE IN MOVIMENTO. Non un’opera statica appesa solo ad una parete ma un’opera che cammina per le strade, nelle vie, nelle piazze; ovunque tu voglia. Questa idea è nata pensando a una vendita emozionale, e a restituire un valore simbolico all’arte contemporanea.

Ringraziando la totale disponibilità di Elisabetta Maistrello, ricordo ai lettori che potranno visionare le opere dell’artista anche sul sito criticoarte.org Elisabetta Maistrello – Italian art by ELisa Manzoni (criticoarte.org), e qui sotto troverete a vostra disposizione un video che mostra il progetto Art to Wear.

L’arte italiana non ha paura di Covid19

L’Italia è purtroppo entrata nel suo terzo mese di immobilismo causato da questo terribile virus di cui tutti hanno un grande terrore ma, si sa, con la paura non si procede in nessuna direzione e serve quindi una bella dose di coraggio per potere andare avanti: come disse Martin Luther King “un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”. Tante aziende sono state costrette alla chiusura, e probabilmente non potranno riaprire, e tante persone sono mancate: il prezzo da pagare è stato e sarà ancora altissimo sia in termini umani che economici. Anche se solo ora si inizia a vedere un barlume di speranza per riottenere i nostri diritti alla libertà, l’Arte non ha mai smesso di credere nella risoluzione del problema perché la rinuncia di questa speranza sarebbe stata l’errore più grande che si poteva commettere. In queste settimane ho continuato a pubblicare sui miei canali social le opere che gli artisti italiani hanno eseguito durante la loro quarantena: ognuno ha la propria visione e, con la propria sensibilità, hanno reso meno anguste le lunghe giornate di isolamento sociale.

Se fossi un gabbiano II- olio su tela - 80x60cm
Gianluca Cremonesi, Se fossi un gabbiano II, olio su tela, 2020, 80×60 cm.

Gianluca Cremonesi, Se fossi un gabbiano II, olio su tela, 2020, 80×60 cm. Durante questa lunga quarantena per covid19, il maestro dell’acqua, Gianluca Cremonesi, spicca letteralmente il volo in questo dipinto ad olio. L’immaginazione è l’unica arma che l’uomo possiede per evadere dal suo periodo di isolamento casalingo forzato, ma, ciò che avvantaggia l’artista all’uomo comune è l’avere la capacità di trasformare un concetto astratto in realtà dando così modo all’osservatore di entrare a fare parte di un mondo parallelo. In questa tela l’artista si trasforma realmente in un gabbiano in volo sul mare e mostra, e soprattutto fa assaporare, oltre la forza del vento e dell’aria, la potenza naturale dell’acqua con i suoi suoni e i suoi profumi: l’osservazione e l’esecuzione minuziosa naturalistica dell’onda e del suo frangimento fanno scaturire sia un senso di pace e di tranquillità, sia una sottile invidia della libertà del volatile che può godere di tutta la magnificenza di Madre Natura. Il dipinto vuole così diventare il manifesto della straordinarietà e dell’importanza del creato che, anche senza la presenza fastidiosa dell’essere umano, è sovrano del pianeta Terra.

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Ivo Mora, Via delle ginestre, tecnica mista su tela con fondo sabbiato, 2020, 100×120 cm.

Ivo Mora, Via delle ginestre, tecnica mista su tela con fondo sabbiato, 2020, 100×120 cm. Da sempre l’arte ha il potere di liberare lo spirito dalla materia e, come non mai in questi giorni di clausura per covid19, l’anima umana sente il bisogno di tornare alla propria libertà e alle proprie faccende: nel dipinto proposto oggi c’è l’occasione, tanto attesa, di fermare il tempo e prendere finalmente una salutare boccata d’aria.  Famoso per le sue opere paesaggistiche, realistiche quanto uno scatto fotografico grazie all’uso sapiente della tecnica mista con colla e sabbia, l’artista parmense porta sulla tela un ricordo e un forte desiderio di libertà e di evasione dipingendo il sentiero che collega Viareggio a Marina di Torre del lago Puccini all’interno del Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli tra Pisa e Lucca in Toscana. Ivo Mora riesce a fare entrare nel quadro l’osservatore e l’immaginazione inizia il suo viaggio: tutto è pronto per una gita primaverile in bicicletta in mezzo alla natura e agli arbusti di ginestra, dal profumo dolce ed intenso, per giungere infine ad una spiaggetta libera sul lago di Massaciuccoli. In questo difficile momento storico, la ginestra diventa così il nuovo simbolo del popolo italiano: una pianta umile, forte, modesta, rustica ma anche nobile e dall’anima d’oro, come sosteneva Plinio il Vecchio, che incarna alla perfezione lo spirito dell’Italia che combatte il nemico invisibile senza spezzarsi.

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Maurizio Brambilla, Chiave d’accesso, acrilico smalto su tela, 2020, 50×70 cm.

Maurizio Brambilla, Chiave d’accesso, acrilico smalto su tela, 2020, 50×70 cm. Sino dagli albori l’arte e la sensibilità degli artisti hanno riflettuto la propria epoca e, in questo momento storico tanto delicato e pieno di cambiamenti che porteranno ad un futuro decisamente incerto, il maestro Brambilla evolve il suo stile verso una maggiore ricercatezza intellettuale: nelle sue tele il realismo magico si fonde con il chiarismo, con la metafisica e il simbolismo eliminando ogni elemento superfluo ed inserendo simboli precisi che portano l’osservatore a porsi diverse domande. Il dipinto in esame catapulta il fruitore in una dimensione magica, surreale ed introspettiva, in una monocromia tenue e delicata alla Giorgio Morandi, dove la realtà spazio-temporale è sospesa: ed ecco il grande libro della conoscenza suprema, il libro con tutte le risposte alle nostre domande è aperto grazie ad una piccola chiave dorata simbolo di libertà e di scoperta. Il volume è pronto per essere letto ma, l’uomo contemporaneo, con tutta la sua tecnologia, ha la giusta chiave di lettura e soprattutto ha diritto di accedervi? Purtroppo sembra di no. L’oscillazione di un grande pendolo distrugge la parola “Password” digitata dallo smartphone in copertina: ma chi manovra questo oggetto antichissimo e misterioso? Purtroppo i comuni mortali non possono saperlo: forse la mano di Dio, o la personificazione di Madre Natura, oppure la volontà di pochi Illuminati? Un dipinto attualissimo che fa riflettere sulla contemporaneità italiana che non ha ancora capito la parola d’ordine per accedere ad un livello di esistenza migliore ed ad una comprensione totale: chissà se il proprietario del pendolo ha davvero l’intenzione di fare leggere il grande libro della conoscenza a tutti.

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Monzio Compagnoni Patrizia, Ragazza con collane rosse, pastello su carta, 2020, 35×50 cm.

Monzio Compagnoni Patrizia, Ragazza con collane rosse, pastello su carta, 2020, 35×50 cm. L’Arte infonde la forza di superare ogni ostacolo della vita ed, in questo momento di crisi sanitaria internazionale, sta dando la dimostrazione che è la via di fuga migliore per non cadere nel baratro del dolore dell’anima. Conosciuta nel campo dell’arte per i suoi ritratti pieni di emozioni che indagano i popoli della Terra, durante la quarantena l’artista si sta concentrando sull’analisi delle fotografie scattate da Andrea Scabini, reporter di viaggio negli angoli più sperduti del globo: l’artista dipinge così gli sguardi profondi delle persone che non avrà mai modo di incontrare nella realtà, persone che vivono il proprio presente a stretto contatto con la Natura, senza crucciarsi dei problemi che attanagliano i popoli del nord. Il pastello mostra una giovane ragazza della tribù dei Samburo, pastori semi-nomadi del Kenya settentrionale, avvolta dalla sua collezione di collane rosse e blu donate dal padre e dai diversi fidanzati: questi numerosi monili, cuciti su cuoio o su fili di peli di coda di elefante, simboleggiano la bellezza fisica, la ricchezza e lo stato sociale della giovane che è in età da marito (una volta sposata dovrà riconsegnare infatti le collane ed indossare dei pesanti orecchini in ottone). Grazie ai tratti virtuosistici chiaro-scurali, visibili soprattutto negli occhi, ed alla cura dei dettagli, l’essenza dell’anima della giovane africana si materializza davanti all’osservatore che inizia a meditare sulle vere preoccupazioni del mondo: la straordinaria umanità che traspare dallo sguardo parla ma senza proferire parola.

Fiore in bocca
Giorgio Riva, Fiore in bocca, 2020, tecnica mista su tavola, 45×35 cm.

Giorgio Riva, Fiore in bocca, 2020, tecnica mista su tavola, 45×35 cm. Il senso del tempo in quarantena è da troppe settimane diluito inverosimilmente in tempi biblici a causa dell’incertezza trasmessa dalle alte sfere d’informazione. Non si può ancora apprezzare realmente l’aria primaverile e il tepore del sole con una lunga passeggiata ma, come in questo caso, l’arte sa trasportare in un mondo onirico l’osservatore: in uno spazio sospeso nel tempo, calmo ed armonico grazie al colore, una giovane ragazza dai capelli mossi dalla brezza tiene in bocca un fiore di campo perenne, un antriscus sylvestris o cerfoglio dei prati, simbolo di sincerità e di forza che cresce proprio in questo periodo. La protagonista ha gli occhi chiusi e sta assaporando la libertà trasmettendo un senso di pace e di speranza: l’artista rende così reali i desideri dei suoi contemporanei in una figura simbolica e decorativa in cui i chiari-scuri sono definiti con piccoli occhielli ripassati, segni grafici che caratterizzano la tecnica grafica di Riva, che simboleggiano l’armonia e la bellezza formale, ma anche l’introspezione e la riservatezza personale oltre che la voglia di proteggere i propri sogni.

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Gianluca Somaschi, Riaperture?, 2020, acrilico su tela, 100×70 cm.

Gianluca Somaschi, Riaperture?, 2020, acrilico su tela, 100×70 cm. Ormai l’Italia è entrata nel terzo mese di blocco a causa di covid19 e sembrano passati millenni da quando la libera circolazione e la socialità erano la quotidianità. Prima del tanto atteso discorso di Conte di domenica 26 aprile, c’era ancora la speranza di una timida riapertura delle piccole imprese di bar e ristorazione, dei negozi al dettaglio, nonchè dei servizi alla persona, che dovranno però attendere fino al 18 maggio e al primo giugno se i contagi continueranno a diminuire: tante imprese ormai sono già decedute e tante altre le seguiranno sommerse dai debiti accumulati in questi lunghi mesi di mancato fatturato e di lungaggini burocratiche. Eseguita a metà aprile, la tela di Somaschi mostra la speranza e l’ansia della riapertura dei proprietari di locali italiani: in questo caso nel ristorante chiuso e dall’insegna al neon spenta si vede un cuoco tutto solo, dall’aria triste e sconsolata, che guarda fuori dalla vetrina pensando al prossimo futuro che di certo non sarà roseo. L’immobilismo surreale della scena, dato con colori freddi e pennellate veloci, è spezzato dalla nota verticale di colore rosso: una linea decisa e dritta che simbolicamente significa l’energia vitale e mentale umana in grado di respingere le energie passive del momento, una linea rossa che mostra una grande personalità, la fiducia in se stessi e il desiderio di rinascita qui ed ora.

 

INCONTRO CON L’ARTE

 

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Maurizio Brambilla Labirinto d’Amore

Vi siete mai chiesti quale sia la funzione dell’arte? Ogni volta che abbiamo la possibilità di incontrare l’arte abbiamo una piacevole sensazione di benessere e di miglioramento, un vero e proprio arricchimento interiore: gli spettatori attivi diventano scultori e pittori allo stesso tempo degli artisti che hanno creato l’opera e, come disse Gustav Klimt (1862 – 1918) già all’inizio del XX secolo, si “chiamano artisti non solamente i creatori, ma anche coloro che godono dell’arte, che sono cioè capaci di rivivere e valutare con i propri sensi recettivi le creazioni artistiche”.
L’ARTE e la cultura hanno quindi il fine di educare l’osservatore sia al gusto della scoperta personale, proprio come un bambino che si approccia per la prima volta con meraviglia e stupore al mondo circostante, sia a sviluppare il proprio metro di valutazione critica, il che non significa limitarsi a “è bello, mi piace” o “è brutto, non mi piace” ma a vedere, sentire empaticamente, pensare ed agire in modo libero. Grazie ai messaggi nascosti, le opere d’arte insegnano a porsi delle domande per capire il presente e per avere una prospettiva ed un orizzonte sempre più ampio, sino ad arrivare a stimolare il senso di trascendenza. Più l’arte porterà l’osservatore a farsi delle domande e più questo si arricchirà e diventerà un cittadino migliore in quanto saprà finalmente pensare in modo critico senza seguire le masse.
Dopo anni ombrosi, oggi l’arte sta finalmente attraversando un momento d’oro in cui il rinnovato interesse del pubblico stimola ad affinare sempre di più il gusto: l’arte non è un’attività futile ed oziosa, ma un esercizio di vita, un progetto di vita che dà immortalità all’uomo e mostra la volontà umana di raggiungere la trascendenza.

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Liliana Fumagalli Ritratto

Per fruire al meglio le opere d’arte, l’osservatore attivo necessita di un tempo qualitativamente valido per percepire e creare una propria opinione, come disse Wasilij Kandinskij (1866 – 1944) “l’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla ed indica il contenuto del futuro”: andando al di là della superficialità e della disattenzione causata dall’inquinamento delle comunicazioni visive di cui siamo bombardati quotidianamente, il tempo prolungato della fruizione insegna alle persone a sentire le opere come dono prezioso. Partendo dal dato sensoriale e passando attraverso le emozioni, l’analisi critica e l’orientamento dell’azione, l’arte ci insegna così a prendere possesso del nostro tempo per incontrarla nel più profondo e a coltivare infine uno sguardo interiore.

Dott.ssa Elisa Manzoni
critico d’arte

17 Settembre 2019

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