Come dice un antico detto italiano, “Il tempo vola”, e difatti siamo già arrivati al quarto appuntamento della rubrica “Domanda all’artista”. Oggi abbiamo il piacere di avere come ospite Gianluca Cremonesi, giovane artista di Ripalta Cremasca (cittadina vicino a Milano), che ho conosciuto quasi per caso circa tre anni a Treviglio (in provincia di Bergamo): le sue opere attraggono immediatamente, anche l’osservatore più distratto, grazie al profondo valore artistico emozionale e alla grande e precisa tecnica di esecuzione dell’olio. Non stupisce che l’arte di Gianluca Cremonesi sia già presente in collezioni private in Italia, negli Stati Uniti, in Giappone, in Canada, in Finlandia, in Inghilterra, in Irlanda, in Australia, ad Hong Kong ed in Sudafrica, ed ora il suo obiettivo è di farsi conoscere anche in Olanda: proprio per questo ha accettato con grande entusiasmo sino dall’inizio di entrare a fare parte del progetto Arte Italiana Contemporanea in Olanda. Il pittore lombardo si è sempre interessato al mondo dell’arte e, dopo diverse sperimentazioni artistiche e grazie alla sua passione per la natura, la pittura realista ad olio ha conquistato definitivamente il suo cuore: in quest’ultimo periodo il soggetto prediletto da Gianluca Cremonesi è il mare, un mare in continua evoluzione e simbolo dell’infinito e dell’ignoto, che suscita emozioni e sensazioni contrastanti e che mostra lo spirito dell’artista.








Passiamo ora alle domande per conoscere più a fondo Gianluca Cremonesi:
Cosa pensa Gianluca Cremonesi, l’artista, mentre dipinge? In che mondo si trova mentre prende in mano il pennello e mischia i colori sulla tavolozza?
Devo dire che la risposta è in parte contenuta nella domanda: mi chiedi in che mondo mi trovo mentre dipingo, ebbene è proprio questo il segreto, mentre dipingo io vivo in un mondo tutto mio, un mondo sereno, tranquillo, dove ci sono solo io con i miei colori e una tela su cui raccontare le mie emozioni, a volte riesco ad immergermi così tanto nella tela da non accorgermi nemmeno di quello che succede attorno a me, come se ad un metro dal cavalletto il mondo diventasse sfocato.
Sei il pittore dell’ACQUA e i tuoi mari sono tutti diversi: come mai hai scelto questo soggetto, tanto difficile da eseguire, per la tua produzione artistica?
Credo che alla fine sia stato il mare a scegliere me! Mi sono appassionato all’arte fin da ragazzo e ho provato tante tecniche ed espressioni artistiche, ho dipinto tantissimi soggetti diversi; con la maturità ho capito che l’olio era la mia vera passione ed il medium che meglio si adattava al mio modo di dipingere, dopo diversi anni in cui ho dipinto principalmente soggetti ispirati al Giappone e alle sue tradizioni, un giorno mentre dipingevo uno scorcio di Okinawa (una delle tante isole del Giappone) mi sono trovato a dipingere delle onde e qualcosa è scattato in me, una sorta di colpo di fulmine, come se dipingere le onde fosse naturale e mi regalasse buone sensazioni… da lì non ho più smesso! Ovviamente alla base c’è un profondo amore per la natura, per il mare in particolare, che per me rappresenta una metafora della vita: le onde del mare sono paragonabili alla vita di un uomo, esse nascono, crescono, raggiungono il loro apice e poi inevitabilmente rotolano verso l’ultimo atto abbracciando la spiaggia, lasciando così posto all’onda successiva; noi esseri umani siamo un po’ così, dobbiamo vivere la nostra “corsa” nel migliore dei modi!
Il mare potrebbe essere espresso anche in altre forme d’arte, come ad esempio la scultura, ed in altri stili , come ad esempio l’astratto: cos’ha la pittura ad olio figurativa in più rispetto alle altre forme artistiche?
Amo tutte le forme d’arte e le espressioni artistiche, ma trovo che per me la pittura ad olio abbia una marcia in più. Da un punto di vista strettamente tecnico posso dire che i colori ad olio hanno una particolare brillantezza e luminosità, conoscendo il grado di coprenza dei colori si possono realizzare velature, cioè strati di colore più o meno trasparenti, per garantire profondità e brillantezza e rendere i soggetti vivi e realistici. Negli anni ho sviluppato una tecnica pittorica del tutto personale le cui basi risalgono alla tecnica sviluppata nel quattrocento dai fiamminghi che furono infatti i primi a procedere per successive velature di colore. Da un punto di vista emozionale ti posso dire che la scelta del realismo è dovuta essenzialmente ad un gusto personale, trovo che il realismo pittorico mi trasmetta emozioni dirette, semplici, non c’è bisogno di strane elucubrazioni o interpretazioni. I sogetti sono semplici, magari qualcuno dirà banali, ma regalano sensazioni immediate e profonde.
Parliamo di futuro. Hai già creato opere di piccolo formato e persino segnalibri per dare modo di portare sempre con sé le tue opere: per il 2021 hai in progetto invece un cambio di rotta magari con la creazione di opere di grandissime dimensioni oppure un vero e proprio merchandising?
Direi entrambe le cose! Sto preparando una serie di tele di dimensioni piuttosto grandi, ad alto spessore, di 70 x 140 cm. che mi permettono di creare soggetti di forte impatto; l’idea è di prepararne diverse in previsione della mia prossima personale che definirò al termine di questo periodo particolare. Allo stesso tempo vorrei continuare a realizzare opere in miniatura su piccole tele o su piccole tavole, oltre a opere su carta e segnalibri; lo scopo è di avere opere originali dipinte a mano con la stessa perizia delle opere maggiori ma economiche e alla portata di tutti per permettere a chiunque di avere un piccolo mare da portare con sé o da mettere sulla scrivania in ufficio per colorare le giornate.
Ultima domanda e forse la più intima. Perché sei un artista ed in particolare un pittore? Quanto ha avuto importanza l’arte nella tua vita e soprattutto nel 2020, anno catastrofico per l’intero mondo a causa del Covid-19?
Questa è forse la domanda più difficile a cui rispondere…. penso che sia qualcosa di innato, di profondamente radicato in me. Come dicevo prima l’arte mi ha attratto da sempre, appena avevo una matita in mano cominciavo a disegnare e pasticciare, mi divertivo a riprodurre le copertine dei dischi rock che mi hanno accompagnato nell’adolescenza, o a ritrarre gli eroi dei film o dei fumetti. In sostanza per me è stata sempre un’esigenza, uno sfogo, un modo per esprimermi e lo è tutt’ora, magari in modo più maturo e meditato, ma lo spirito è sempre lo stesso e non perderò mai la voglia di evolvermi ed imparare, la curiosità sta alla base della mia passione. L’arte mi ha salvato tante volte da momenti tristi e difficili, in particolare nel 2020, in cui il lockdown e la pandemia ci ha condizionato e limitato, l’arte mi ha permesso di “viaggiare” con la fantasia e di sfogare tutti i dubbi e le paure legate a questa terribile situazione. Grazie a persone come te, l’arte non si è fermata e non si fermerà! Buona arte a tutti!
Ringrazio di cuore la cortese disponibilità di Gianluca Cremonesi per il suo intervento che ha permesso di fare conoscere la sua poetica artistica e soprattutto ringrazio per la fiducia e il sostegno che trasmette al progetto Arte Italiana Contemporanea in Olanda. Invito a prendere visione della pagina a lui dedicata sul sito web criticoarte.org in cui potrete trovare le opere presenti sul territorio olandese: Gianluca Cremonesi – Italian art by ELisa Manzoni (criticoarte.org)