Covid19: il virus che non mette in ginocchio l’ARTE ITALIANA

E’ ormai più di un mese che il Coronavirus (Covid19) ha messo in quarantena l’intera popolazione italiana bloccandone purtroppo anche l’economia già in crisi da tempo, ma la genialità e l’estro artistico italiano non si fermano e gli artisti hanno trovato il modo di esprimere questo momento storico buio ed incerto. In queste ultime settimane ho chiesto ai pittori e agli scultori di potere condividere le loro opere eseguite durante le lunghe giornate di isolamento sociale: quelle che qui vi propongo sono le prime che sono state pubblicate sui miei canali social e mostrano tutte la sensibilità e poetica del proprio artefice.

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Gianluca Somaschi, In gabbia, 2020, 70×100cm., acrilico su carta intelaiata

Gianluca Somaschi, In gabbia, 2020, 70×100cm., acrilico su carta intelaiata. In questo momento difficile per tutta l’umanità, in cui l’unica soluzione è rimanere chiusi in casa per non diffondere questo nemico invisibile, l’arte e la sensibilità dell’artista possono trasmettere ciò che tutti noi sentiamo ma che non siamo in grado di comunicare. In quest’opera Somaschi urla che tutto il mondo è in gabbia! Una prigionia che lascia senza fiato, che costringe all’immobilità quasi senza speranze. Possiamo solo attendere che le porte del nostro isolamento si spalanchino per potere ricostruire la nostra realtà.

 

 

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Gianluca Somaschi, Coronavirus di merda, 2020, 70×100cm, acrilico su carta intelaiata.

Gianluca Somaschi, Coronavirus di merda, 2020, 70×100cm, acrilico su carta intelaiata; e Forno, 2020, 70x100cm., acrilico su carta intelaiata. Ecco altre due opere di Somaschi che mostrano la drammaticità del nostro momento storico causato dalla malattia. Le piccole attività commerciali milanesi, anche le più necessarie, vengono chiuse con la crisi economica galoppante provocata dai numerosi decreti che obbligano in gabbia i cittadini. Il 2020 è un anno bisestile e per i più superstiziosi è valido il detto “anno bisesto, anno funesto”… sarà vero? Come insegna la storia, dopo un periodo tragico, c’è  sempre il Rinascimento e così anche Milano rinascerà più forte.

 

 

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Gianluca Somaschi, Forno, 2020, 70x100cm., acrilico su carta intelaiata.
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Gianluca Somaschi, Huan covid19, 2020, 70x100cm, acrilico, tempera e pennarelli su carta e scotch di carta.

Gianluca Somaschi, Huan covid19, 2020, 70x100cm, acrilico, tempera e pennarelli su carta e scotch di carta. Finalmente eccovi un’altra opera di Somaschi eseguita durante la sua quarantena a Milano. Tutto ebbe inizio nel mercato di Huan, o almeno così è stato raccontato, che l’artista ha riprodotto con toni, colori e tocchi veloci ed espressionistici: nel dipinto si percepisce quella calma apparente in cui si annida il pericolo mortale e che precede un cambiamento epocale. La realtà verrà stravolta e niente sarà come pre-covid19. Ad ogni modo, le lampade accese sono come dei fari di speranza che guidano l’intelletto umano alla ricerca della verità: ognuno di noi deve usare il proprio senso critico per analizzare tutte le informazioni che ci pervengono per non cadere nella trappola della paura.

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Susanna Maccari, Dove il silenzio fa rumore, olio su tela, 2020, 60×60 cm.

Susanna Maccari, Dove il silenzio fa rumore, olio su tela, 2020, 60×60 cm. Ogni artista rielabora con la propria sensibilità la criticità di questo momento storico tanto delicato. La quarantena causata da covid19 stimola nell’arte della Maccari la rivincita di Madre Natura sull’arrogante essere umano che crede di essere il padrone di tutto il creato. Finalmente, mentre l’uomo è in gabbia, la Natura può respirare e purificarsi dal suo più ingombrante ospite: nel bosco di betulle, dipinto con toni impressionistici, si percepisce il silenzo e la pace, un silenzio che fa rumore ora che la frenesia assordante della civiltà umana è bloccata. Il vedere l’energia con cui la Natura si sta riappropriando dei suoi spazi deve essere una sacra lezione da imparare per rispettare il “nostro” pianeta per davvero.

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Giuliano Giuggioli, La Speranza, olio su tela, 2020, 40×40 cm, per il ciclo “In the box”.

Giuliano Giuggioli, La Speranza, olio su tela, 2020, 40×40 cm, per il ciclo “In the box”. È un onore presentarvi l’opera realizzata in quarantena dall’artista internazionale Giuliano Giuggioli, maestro ormai famoso per la sua ricerca surreale e simbolica. Mentre le attività sono bloccate e la civiltà è costretta nelle case a causa di covid19, la fantasia umana è in fermento e sogna ed immagina il futuro per evadere da questo tedioso presente. Come una finestra sul futuro, la scatola mostra una nave da crocera in viaggio simbolo che l’umanità, sebbene sia reclusa, è già pronta a rimettersi in gioco dopo questa lunga pausa. Un sogno onirico e metafisico ad occhi aperti, un vero e proprio mondo parallelo al nostro che trasuda pace e speranza: i nuvoloni del temporale ormai si diradano e lasciano intravedere il cielo azzurro, un colore che comunica idealismo, meditazione e l’importanza dell’intelletto umano che da questa tragica vicenda saprà trarre i giusti insegnamenti.

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Giorgio Viganò (Vigo), Shopping, olio su tela, 2020, 50×70 cm.

Giorgio Viganò (Vigo), Shopping, olio su tela, 2020, 50×70 cm. Purtroppo Covid19 ha tolto tanti piaceri e svaghi alla società consumistica contemporanea: lo shopping in compagnia di un’amica, di una sorella o di una mamma era un’attività importante di socialità in cui passeggiare, anche senza acquistare, era l’occasione di confrontarsi. Con il suo monocromatico sfumato, Viganò tratta il tema con estrema malinconia e tristezza: in mezzo ad una folla evanescente, le due donne danno le spalle allo spettatore con il loro lento procedere verso una meta sconosciuta. La maglietta rossa della più giovane spicca nel monocromo terroso ricordando  il famoso cappottino rosso nel film Schindler’s list del 1993 di Steven Spielberg: se nella pellicola il colore simboleggia l’innocenza dell’infanzia rubata dalla disumanità degli adulti, nella tela lo stesso colore primario è la speranza e la forza vitale dei cittadini che scompare pian piano. Una volta che le due figure verranno inghiottite dalla folla, il monocromo prevarrà e la speranza e la quotidianità, che sino ad oggi era la norma, saranno un ricordo lontano.