L’arte italiana non ha paura di Covid19

L’Italia è purtroppo entrata nel suo terzo mese di immobilismo causato da questo terribile virus di cui tutti hanno un grande terrore ma, si sa, con la paura non si procede in nessuna direzione e serve quindi una bella dose di coraggio per potere andare avanti: come disse Martin Luther King “un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”. Tante aziende sono state costrette alla chiusura, e probabilmente non potranno riaprire, e tante persone sono mancate: il prezzo da pagare è stato e sarà ancora altissimo sia in termini umani che economici. Anche se solo ora si inizia a vedere un barlume di speranza per riottenere i nostri diritti alla libertà, l’Arte non ha mai smesso di credere nella risoluzione del problema perché la rinuncia di questa speranza sarebbe stata l’errore più grande che si poteva commettere. In queste settimane ho continuato a pubblicare sui miei canali social le opere che gli artisti italiani hanno eseguito durante la loro quarantena: ognuno ha la propria visione e, con la propria sensibilità, hanno reso meno anguste le lunghe giornate di isolamento sociale.

Se fossi un gabbiano II- olio su tela - 80x60cm
Gianluca Cremonesi, Se fossi un gabbiano II, olio su tela, 2020, 80×60 cm.

Gianluca Cremonesi, Se fossi un gabbiano II, olio su tela, 2020, 80×60 cm. Durante questa lunga quarantena per covid19, il maestro dell’acqua, Gianluca Cremonesi, spicca letteralmente il volo in questo dipinto ad olio. L’immaginazione è l’unica arma che l’uomo possiede per evadere dal suo periodo di isolamento casalingo forzato, ma, ciò che avvantaggia l’artista all’uomo comune è l’avere la capacità di trasformare un concetto astratto in realtà dando così modo all’osservatore di entrare a fare parte di un mondo parallelo. In questa tela l’artista si trasforma realmente in un gabbiano in volo sul mare e mostra, e soprattutto fa assaporare, oltre la forza del vento e dell’aria, la potenza naturale dell’acqua con i suoi suoni e i suoi profumi: l’osservazione e l’esecuzione minuziosa naturalistica dell’onda e del suo frangimento fanno scaturire sia un senso di pace e di tranquillità, sia una sottile invidia della libertà del volatile che può godere di tutta la magnificenza di Madre Natura. Il dipinto vuole così diventare il manifesto della straordinarietà e dell’importanza del creato che, anche senza la presenza fastidiosa dell’essere umano, è sovrano del pianeta Terra.

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Ivo Mora, Via delle ginestre, tecnica mista su tela con fondo sabbiato, 2020, 100×120 cm.

Ivo Mora, Via delle ginestre, tecnica mista su tela con fondo sabbiato, 2020, 100×120 cm. Da sempre l’arte ha il potere di liberare lo spirito dalla materia e, come non mai in questi giorni di clausura per covid19, l’anima umana sente il bisogno di tornare alla propria libertà e alle proprie faccende: nel dipinto proposto oggi c’è l’occasione, tanto attesa, di fermare il tempo e prendere finalmente una salutare boccata d’aria.  Famoso per le sue opere paesaggistiche, realistiche quanto uno scatto fotografico grazie all’uso sapiente della tecnica mista con colla e sabbia, l’artista parmense porta sulla tela un ricordo e un forte desiderio di libertà e di evasione dipingendo il sentiero che collega Viareggio a Marina di Torre del lago Puccini all’interno del Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli tra Pisa e Lucca in Toscana. Ivo Mora riesce a fare entrare nel quadro l’osservatore e l’immaginazione inizia il suo viaggio: tutto è pronto per una gita primaverile in bicicletta in mezzo alla natura e agli arbusti di ginestra, dal profumo dolce ed intenso, per giungere infine ad una spiaggetta libera sul lago di Massaciuccoli. In questo difficile momento storico, la ginestra diventa così il nuovo simbolo del popolo italiano: una pianta umile, forte, modesta, rustica ma anche nobile e dall’anima d’oro, come sosteneva Plinio il Vecchio, che incarna alla perfezione lo spirito dell’Italia che combatte il nemico invisibile senza spezzarsi.

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Maurizio Brambilla, Chiave d’accesso, acrilico smalto su tela, 2020, 50×70 cm.

Maurizio Brambilla, Chiave d’accesso, acrilico smalto su tela, 2020, 50×70 cm. Sino dagli albori l’arte e la sensibilità degli artisti hanno riflettuto la propria epoca e, in questo momento storico tanto delicato e pieno di cambiamenti che porteranno ad un futuro decisamente incerto, il maestro Brambilla evolve il suo stile verso una maggiore ricercatezza intellettuale: nelle sue tele il realismo magico si fonde con il chiarismo, con la metafisica e il simbolismo eliminando ogni elemento superfluo ed inserendo simboli precisi che portano l’osservatore a porsi diverse domande. Il dipinto in esame catapulta il fruitore in una dimensione magica, surreale ed introspettiva, in una monocromia tenue e delicata alla Giorgio Morandi, dove la realtà spazio-temporale è sospesa: ed ecco il grande libro della conoscenza suprema, il libro con tutte le risposte alle nostre domande è aperto grazie ad una piccola chiave dorata simbolo di libertà e di scoperta. Il volume è pronto per essere letto ma, l’uomo contemporaneo, con tutta la sua tecnologia, ha la giusta chiave di lettura e soprattutto ha diritto di accedervi? Purtroppo sembra di no. L’oscillazione di un grande pendolo distrugge la parola “Password” digitata dallo smartphone in copertina: ma chi manovra questo oggetto antichissimo e misterioso? Purtroppo i comuni mortali non possono saperlo: forse la mano di Dio, o la personificazione di Madre Natura, oppure la volontà di pochi Illuminati? Un dipinto attualissimo che fa riflettere sulla contemporaneità italiana che non ha ancora capito la parola d’ordine per accedere ad un livello di esistenza migliore ed ad una comprensione totale: chissà se il proprietario del pendolo ha davvero l’intenzione di fare leggere il grande libro della conoscenza a tutti.

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Monzio Compagnoni Patrizia, Ragazza con collane rosse, pastello su carta, 2020, 35×50 cm.

Monzio Compagnoni Patrizia, Ragazza con collane rosse, pastello su carta, 2020, 35×50 cm. L’Arte infonde la forza di superare ogni ostacolo della vita ed, in questo momento di crisi sanitaria internazionale, sta dando la dimostrazione che è la via di fuga migliore per non cadere nel baratro del dolore dell’anima. Conosciuta nel campo dell’arte per i suoi ritratti pieni di emozioni che indagano i popoli della Terra, durante la quarantena l’artista si sta concentrando sull’analisi delle fotografie scattate da Andrea Scabini, reporter di viaggio negli angoli più sperduti del globo: l’artista dipinge così gli sguardi profondi delle persone che non avrà mai modo di incontrare nella realtà, persone che vivono il proprio presente a stretto contatto con la Natura, senza crucciarsi dei problemi che attanagliano i popoli del nord. Il pastello mostra una giovane ragazza della tribù dei Samburo, pastori semi-nomadi del Kenya settentrionale, avvolta dalla sua collezione di collane rosse e blu donate dal padre e dai diversi fidanzati: questi numerosi monili, cuciti su cuoio o su fili di peli di coda di elefante, simboleggiano la bellezza fisica, la ricchezza e lo stato sociale della giovane che è in età da marito (una volta sposata dovrà riconsegnare infatti le collane ed indossare dei pesanti orecchini in ottone). Grazie ai tratti virtuosistici chiaro-scurali, visibili soprattutto negli occhi, ed alla cura dei dettagli, l’essenza dell’anima della giovane africana si materializza davanti all’osservatore che inizia a meditare sulle vere preoccupazioni del mondo: la straordinaria umanità che traspare dallo sguardo parla ma senza proferire parola.

Fiore in bocca
Giorgio Riva, Fiore in bocca, 2020, tecnica mista su tavola, 45×35 cm.

Giorgio Riva, Fiore in bocca, 2020, tecnica mista su tavola, 45×35 cm. Il senso del tempo in quarantena è da troppe settimane diluito inverosimilmente in tempi biblici a causa dell’incertezza trasmessa dalle alte sfere d’informazione. Non si può ancora apprezzare realmente l’aria primaverile e il tepore del sole con una lunga passeggiata ma, come in questo caso, l’arte sa trasportare in un mondo onirico l’osservatore: in uno spazio sospeso nel tempo, calmo ed armonico grazie al colore, una giovane ragazza dai capelli mossi dalla brezza tiene in bocca un fiore di campo perenne, un antriscus sylvestris o cerfoglio dei prati, simbolo di sincerità e di forza che cresce proprio in questo periodo. La protagonista ha gli occhi chiusi e sta assaporando la libertà trasmettendo un senso di pace e di speranza: l’artista rende così reali i desideri dei suoi contemporanei in una figura simbolica e decorativa in cui i chiari-scuri sono definiti con piccoli occhielli ripassati, segni grafici che caratterizzano la tecnica grafica di Riva, che simboleggiano l’armonia e la bellezza formale, ma anche l’introspezione e la riservatezza personale oltre che la voglia di proteggere i propri sogni.

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Gianluca Somaschi, Riaperture?, 2020, acrilico su tela, 100×70 cm.

Gianluca Somaschi, Riaperture?, 2020, acrilico su tela, 100×70 cm. Ormai l’Italia è entrata nel terzo mese di blocco a causa di covid19 e sembrano passati millenni da quando la libera circolazione e la socialità erano la quotidianità. Prima del tanto atteso discorso di Conte di domenica 26 aprile, c’era ancora la speranza di una timida riapertura delle piccole imprese di bar e ristorazione, dei negozi al dettaglio, nonchè dei servizi alla persona, che dovranno però attendere fino al 18 maggio e al primo giugno se i contagi continueranno a diminuire: tante imprese ormai sono già decedute e tante altre le seguiranno sommerse dai debiti accumulati in questi lunghi mesi di mancato fatturato e di lungaggini burocratiche. Eseguita a metà aprile, la tela di Somaschi mostra la speranza e l’ansia della riapertura dei proprietari di locali italiani: in questo caso nel ristorante chiuso e dall’insegna al neon spenta si vede un cuoco tutto solo, dall’aria triste e sconsolata, che guarda fuori dalla vetrina pensando al prossimo futuro che di certo non sarà roseo. L’immobilismo surreale della scena, dato con colori freddi e pennellate veloci, è spezzato dalla nota verticale di colore rosso: una linea decisa e dritta che simbolicamente significa l’energia vitale e mentale umana in grado di respingere le energie passive del momento, una linea rossa che mostra una grande personalità, la fiducia in se stessi e il desiderio di rinascita qui ed ora.